Laura Bosio, Le notti sembravano di luna, a cura del liceo scientifico Democrito di Roma

IL LIBRO.

Caterina, bambina di dieci anni, appassionata di ciclismo e con l’utopia di correre al Giro d’Italia, vive in una famiglia tipica dell’Italia del boom economico: la madre, casalinga frustrata nelle sue aspirazioni borghesi, che non condivide la passione della figlia; il padre, provato per le ingiustizie e le morti bianche in fabbrica, che tuttavia ha un rapporto positivo con la figlia. Condivide con il nonno-Anarchico la passione per la fisarmonica, che segue nella costruzione. Osserva con interesse le relazioni della cugina-Grande, della zia-Giocatrice, dello zio-Guardiano e anche dei suoi compagni. L’unico vero interlocutore, il “tu” che cadenza il racconto, è un fratello mai nato. Una caduta dalla bicicletta pone fine al suo sogno. (Laura Bosio, Le notti sembravano di luna, Longanesi 2011).

LA CITAZIONE.

«Cronometrava il tempo, che migliorava, migliorava a ogni corsa attraverso il parco dove sognava, e respirava, ed era libera».

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Il romanzo non è appassionante, il ritmo è lento e senza colpi di scena; la conclusione è deludente. La forma discorsiva agevola tuttavia la lettura.

IL PERSONAGGIO.

Enrico, il padre di Caterina, è un uomo molto solitario stanco della propria vita, straziato da quella fabbrica, in cui lavora, che “inghiotte mille persone per risputarle stremate la sera”. Deluso senza più aspettative, taciturno durante il giorno, la sera si rinchiude nel balcone per urlare ai campi le proprie frustrazioni, nei suoi “comizi” quotidiani.

a cura del Liceo scientifico Democrito, Roma

immagine Laura Bosio, Le notti sembravano di luna

 

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