Paolo Di Paolo, Dove eravate tutti, a cura del liceo scientifico Talete di Roma

IL LIBRO.

“Insegnante fresco di pensione passa una mattina davanti alla sua vecchia scuola per qualche ragione burocratica o pura nostalgia, e per errore sfiora le ginocchia di un suo ex studente” che in quel momento attraversa la strada … Per errore? Questa è una delle prime domande che si pone il protagonista Italo, il quale, pensando al suo passato, si rende conto che la sua memoria storica, la sua vita cosciente, è iniziata a circa dieci anni, con l’entrata in scena della figura di Silvio Berlusconi. Pertanto cerca in continuazione un legame tra la sua storia personale e la storia contemporanea. Il 1993, anno che Italo identifica come quello in cui, bambino, prende coscienza del mondo, è anche l’anno della “ discesa in campo”: “l’Italia sta per salpare per una crociera che durerà venti anni”. Da allora ogni fatto significativo del suo privato sarà scandito dal governo Berlusconi. Perché il nostro mondo, la nostra esistenza quotidiana, così come la Storia, è formata soprattutto da gente che non conosciamo, che non abbiamo mai conosciuto e che non conosceremo mai abbastanza? Perché a volte basta un attimo per mandare in frantumi ogni certezza che abbiamo su di loro? Queste domande senza risposta portano il protagonista ad intraprendere un percorso di “storicizzazione del presente”, ricostruendo la storia italiana degli ultimi vent’anni, tramite un collage di ricordi: nel disordine degli eventi, delle foto e delle pagine di giornale c’ è solo la solitudine di oggi, il desiderio di ieri, il desiderio dell’infanzia. Dove eravate tutti è un romanzo che si sviluppa attorno alla ricerca di sicurezze, stabilità, di una risposta di cui il protagonista, la sua famiglia, e  un’intera generazione  sentono la mancanza. Con uno stile giornalistico, frammentario, ricco di frasi-effetto, Paolo di Paolo riesce a rendere la sua scrittura efficace e coinvolgente. “Mi sento costretto a concludere che niente di decisivo nella mia vita fin qui è accaduto senza che ci fosse, da qualche parte, Silvio Berlusconi. Questa non è una cosa bella né brutta. È una cosa vera”. (Paolo Di Paolo, Dove eravate tutti, Feltrinelli 2011).

LA CITAZIONE.

«Contano forse qualcosa – la porta che ha sbattuto, il vetro in frantumi, la durezza delle parole, gli invisibili esercizi di egoismo, le liti e le bugie, ciò che da una parte e dall’altra ci siamo nascosti? Quanto vi abbiamo maltrattato, persone che amiamo? Le cose cambiano o solo peggiorano? Tutti abbiamo qualcosa da farci perdonare».

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Tempo che corre, che scivola tra le mani. La paura che passi troppo veloce. L’ossessione di fermarlo. Giornali che sembrano fornire un rimedio per controllarlo.

IL PERSONAGGIO.

(La madre del protagonista). Dove eravate tutti. Dov’erano i padri soprattutto. E le madri? A Berlino. Una donna, spezzati i sottili equilibri dei rapporti familiari, fugge e abbandona tutto e tutti. Parte per Berlino, dove ritrova la sua identità e si impadronisce di quel volto che aveva perduto. Ritorna, da donna intraprendente e consapevole, finalmente guida per il figlio.

a cura del Liceo scientifico Talete, Roma

immagine Paolo Di Paolo, Dove eravate tutti

 

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