Patrizia Varetto, Non credo al paradiso, a cura del liceo classico Carducci di Cassino

IL LIBRO.

La storia di Eleonora inizia in ospedale con un risveglio e una consapevolezza: Philippe non cโ€™รจ piรน. Vani sono i tentativi del fratello e della madre di razionalizzarne il dolore: il vuoto รจ incolmabile. Non cโ€™รจ ragione di continuare a vivere ed Eleonora, nellโ€™esilio dorato di una costosa casa di cura sul lago Maggiore, mette scrupolosamente da parte ogni sera le pillole del suo programma di riabilitazione, preparandosi allโ€™atto estremo. Ma โ€œgli occhi rivelano sempre qualcosa di piรน o di diverso dalle intenzioniโ€ e quelli di Sahar, infermiera palestinese, si insinuano tra le pieghe del suo cuore piagato, rivelandole una sofferenza non molto dissimile dalla sua: la giovane straniera, dopo lโ€™operazione โ€œPiombo Fusoโ€, non sa piรน nulla dei suoi familiari a Gaza, in particolare della figlioletta Shada, mentre Bilal, lโ€™altro suo bambino, รจ in Italia clandestinamente e rischia ogni giorno di essere scoperto e rispedito in Palestina. Eleonora, allora, decide di farsi carico del dramma di Sahar e parte alla volta di Gaza per ritrovare Shada. Lโ€™impresa si rivela fin da subito difficilissima, ma, grazie anche allโ€™aiuto di vecchi amici e nuove conoscenze, andrร  a buon fine.ย Non immaginiamo, perรฒ, il classico โ€œe vissero tutti felici e contentiโ€: questo รจ un libro che gronda dolore da ogni pagina e non potrebbe essere altrimenti, poichรฉ le vicende ruotano tutte attorno alla perdita piรน straziante e innaturale che possa esistere, la perdita di un figlio. Per tale motivo la narrazione รจ dura, aspra, sofferente, a volte faticosa, spezzata come lo รจ la vita stessa di Eleonora, e puรฒ letteralmente investire il lettore impreparato col suo carico di emozioni. Emozioni che permeano lโ€™intero romanzo e legano con un filo sottile soprattutto i personaggi femminili, accomunati da destini speculari. Anche la drammatica realtร  dellโ€™ospedale di Gaza รจ raffigurata in tutta la sua devastante crudezza, ma non annulla la bellezza feroce, quasi primordiale, della Palestina, regione tanto amata dalla protagonista nel passato e ora scenario della sua lenta e dolorosa rinascita. (Patrizia Varetto, Non credo al paradiso, Instar 2011).

LA CITAZIONE.

ยซMa dentro di me, nei miei pensieri e nei miei ricordi, i volti di Philippe, Bilal e Shada e di Gadi bambino si sovrappongono come in un sogno, e a perdere la loro fisionomia reale per fondersi lโ€™uno nellโ€™altro. Nessuno di loro รจ la creatura che ricordo. Nemmeno la creatura che mi รจ piรน chiara รจ rimasta comโ€™eraยป.

S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). La maternitร , la morte, la guerra: temi forti e scrittura incalzante tratteggiano una dolorosa rinascita, sullo sfondo di una Palestina bella e straziante.

IL PERSONAGGIO.

Sahar รจ unโ€™infermiera, simile a unโ€™attrice. Di una bellezza non convenzionale, ha tratti decisi ma armoniosi, capelli folti e neri raccolti sulla nuca, occhi grandi e marroni, magnetici. Lo sguardo luminoso rivela forza interiore e capacitร  di โ€œleggere dentroโ€, ma รจ a volte distante, come a celare una vita parallela lontana. Una vita che prende il nome di Shada e Bilal e che รจ rimasta nellโ€™inferno di Gaza, ma che Sahar vuole disperatamente con sรฉ e per la quale affronta coraggiosamente anche le esperienze piรน dure.

a cura del Liceo Classico Carducci, Cassino (FR)

immagine Patrizia Varetto, Non credo al paradiso, a cura del liceo classico Carducci di Cassino

 

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