IL LIBRO.
Quella narrata in Ferito a morte è la vicenda di un uomo, Massimo de Luca, costretto per necessità di lavoro a recarsi a Roma lasciando la sua amata città natia, Napoli. L’autore ci introduce nel racconto per mezzo di una metafora volta a spiegare il significato dell’intera opera: il tema fondamentale trattato è quello della “Grande Occasione Mancata” da Massimo , tanto quella della pesca andata a vuoto, quanto quella della possibilità di vivere nella sua città accanto alla donna amata Carla Boursier. Massimo è invece costretto a lasciare a malincuore la sua “Foresta Vergine” dove tutto è da scoprire, quella città che “ ti ferisce a morte e ti addormenta” per il modo di vivere dei suoi abitanti. Massimo infatti è in realtà la personificazione dello stereotipo del napoletano medio di fine anni quaranta, amareggiato e disilluso per non essere in grado di riportare Napoli al suo antico splendore, orgoglioso invece di mantenere la fama di cittadino inetto di cui gode. Latrama , volutamente semplice della storia, che si dirama nell’arco di circa dieci anni , fino agli anni sessanta, è descritta da una prosa semplice, colloquiale ma al contempo ricca di particolari nella descrizione di scene di vita quotidiana. La vanità dei personaggi, dai più mondani come il fratello di Massimo, Ninì , e il suo amico Sasà , a quelli più colti come Gaetano e lo stesso Massimo , dà voce in realtà a quelli che sono i ricordi del protagonista, raccontati a posteriori , alternando prima e terza persona, incorniciati in un’atmosfera da “ Bella Giornata” che, ispirando spensieratezza, fa da contrapposizione ai dissidi interni di Massimo, combattuto tra l’insoddisfazione per la propria, seppur amata città, e la malinconia scaturita della sensazione di una vita non pienamente vissuta. Altro tema presente nell’opera è l’impotenza dell’uomo dinanzi al corso irrefrenabile degli eventi: “l’intelligenza e la storia non valgono se un giorno, […] ti mettono di fronte ad un fatto compiuto”. Napoli ormai affonda nella propria arretratezza e indifferenza ed è necessaria una personalità forte ed indipendente per potervi rimanere, come afferma l’amico di Massimo, Gaetano che ha preferito invece spostarsi a Milano, cogliendo l’occasione di felicità che a Massimo è sfuggita e alla quale egli cerca ancora di porre rimedio, auspicando un ritorno al bel periodo trascorso in gioventù, ma il tempo è inesorabile per tutti ,anche in una città apparentemente immobile e statica come Napoli, una riflessione a cui giunge il protagonista durante uno dei numerosi ritorni nella città, osservando con dispiacere il cambiamento avvenuto negli amici e nella città stessa. Ferito a morte, la cui caratteristica predominante è la prosa frammentaria , può essere amato o odiato senza molte alternative mediane per lo stile spiccatamente originale usato dall’autore. A dispetto del giudizio personale attribuibile all’opera , è doveroso riconoscerle il merito di aver aperto una finestra su un angolo di storia che ha segnato il nostro tempo e di aver offerto un sapiente spunto di riflessione sugli stati d’animo e le vicende che accumunano ognuno di noi nel corso della nostra esistenza. (Raffaele La Capria, Ferito a morte, Bompiani 1961)
S(HORT) M(EMO OF THE) S(TORY). Oii! Guarda ieri ho finito il libro e anke se all’inizio sembrava difficile xkè nn scorreva x nnt alla fine nn mi è disp poi così tnt x il mex profondo ke mi ha dato.
IL PERSONAGGIO.
Sasà dal punto di vista simbolico rappresenta uno dei personaggi cardine dell’intero romanzo. L’autore ha voluto marcare il netto distacco tra il Sasà giovane pieno di vita e l’uomo spento degli ultimi tre capitoli, consapevole di aver goduto di una vita senza averla vissuta, cercando di apparire piuttosto che essere. Questo bradisismo che anima i personaggi all’interno della narrazione rispecchia la decomposizione morale e il processo di sommersione della realtà come l’illusione di cercare la ricchezza e tutto ciò che può appagare materialmente senza tener conto dell’inesorabilità del tempo e della caducità dei beni terreni.