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Fanciulla angelica e donna timorata di Dio o amante lussuriosa? Strumento delle brame di potere del padre e del fratello o abile donna di governo e protettrice delle arti? La figura di Lucrezia Borgia, tanto affascinante quanto sfuggente, è il fulcro dell’epopea dei Borgia e un personaggio di primo piano dell’Italia rinascimentale.
A lei Maria Bellonci ha dedicato anni di studio sfociati in questo suo libro d’esordio, pubblicato nel 1939 e da subito acclamato e tradotto in tutto il mondo. Un modello di romanzo biografico che unisce mirabilmente l’indagine storica e l’invenzione letteraria, dando vita a personaggi che sembrano respirare ed esprimere le loro passioni non solo con vigore e rigore inconsueti, ma con una fresca energia che li fa contemporanei del lettore.
Maria Bellonci ha infatti il dono di cogliere nelle storie del passato la vita stessa al momento del suo farsi, captando le sue cadenze, il suo colore, il suo peso di destino. Nessuno è paziente e astuto come lei nella ricerca d’archivio; e nessuno come lei sa far diventare il documento conoscenza interiore: una capacità che risulta particolarmente evidente anche nell’«intervista impossibile» a Lucrezia Borgia che in questo volume accompagna il testo del romanzo. Proprio adoperando il documento come elemento narrativo, l’autrice inserisce nella nostra realtà vivente la presenza di Lucrezia, luminosa e nello stesso tempo pervasa di malinconie indecifrabili ma anche di un potente magnetismo vitale; una creatura che rimase costantemente, fra le più cupe tragedie del suo ambiente, isolata da esse, in solitudine ma sempre al centro della propria esistenza.