LโINTERVISTA.
Nel romanzo Sole senza nessuno di Letizia Muratori sono numerosi i riferimenti al prestigioso atelier delle Sorelle Fontana. La protagonista Emilia รจ stata a diretto contatto con loro, iniziando la sua carriera di modella nel laboratorio.
โLa prima a farmi sfilare, quasi per gioco, era stata Giovanna Fontana. Avevo quindici anni ed ero andata a trovare mia madre, che lavorava nel laboratorio di via San Sebastianello. [โฆ] Dovevo presentarmi il giorno dopo alle due in sala proveโฆโ.
Abbiamo pensato fosse interessante visitare lโatelier di via San Sebastianello a Roma, e fare un approfondimento sullโambiente dove lavorava Emilia.
Zoe, Micol e Giovannaโฆ conosciute anche come โLe Sorelle Fontanaโ. Tre donne che hanno inseguito i propri sogni e sono riuscite a realizzarli. Da un piccolo paesino sono arrivate a Roma e dal nulla hanno dato vita allโAlta Moda.
La nostra professoressa di lettere ha avuto il piacere di poter incontrare Micol Fontana, โLโultima delle tre ragazze di via Fanfullaโ, ed avere un amichevole colloquio con lei.
ร stata accolta in un elegante terrazza coperta, colma di fiori e di verde, verde come il bellissimo abito della stessa Micol e verde come la speranzaโฆ
โEd era verde. Come la vaporiera, come il cielo, tutto di un assurdo, luminosissimo verde smeraldo. Verde, quello che chiamano il colore della speranzaโ. (dallโ โAlbum di famigliaโ di Micol Fontana).
La signora Micol Fontana ci ha gentilmente concesso la seguente intervista:
Voi tre sorelle, siete state iniziate al mestiere sartoriale sin dai primi del novecento, e sin da giovani maneggiate stoffe, ricami e tessuti di ogni genere e foggia. Quali tessuti sono i piรน usati per gli abiti di alta moda?
Non eravamo affezionate ad un particolare tessuto. Nel corso della nostra lunga attivitร , abbiamo tagliato e cucito una miriade di stoffe ugualmente belle, interessanti, pensate per un determinato modello, certamente tutte con prerogativa di preziositร , esclusivitร e duttilitร ย per interpretare le creazioni che avevamo in mente ed adattarsi anche al corpo delle clienti che vestivamo.
Dai tempi di Traversetolo, una piccola frazione di Parma, crebbe in voi il desiderio di fare qualcosa di piรน che le sarte, e decideste di prendere il primo treno che portava in una grande cittร . Questo treno era diretto a Roma, dove fondaste il vostro atelier, e dove tuttora si trova. Agli inizi di questa vostra โnuova vitaโ, quali furono le difficoltร maggiori per quanto riguardava lโatelier?
La nostra avventura ebbe inizio nel 1936, con una bella dose di coraggio e di intraprendenza da parte nostra, con il sostegno dei genitori. Iniziare una nuova vita nella Capitale รจ stato veramente un bel salto nel buio, una scelta determinante che, attraverso un enorme lavoro, sacrifici, grande dedizione ci ha portato al successo. Allโinizio cominciammo a lavorare presso sartorie. La nostra creativitร venne conosciuta dalle dame dellโAristocrazia attraverso il โpassaparolaโ. Il periodo bellico fu oscuro e quindi le attivitร rallentate. Successivamente dopo la tragedia della guerra Roma fu โinvasaโ dalle Case di Produzione cinematografiche americane. Per le sartorie fu unaย grande opportunitร e per noi unโavventura emozionante che ci ha fatto conoscere in tutto il mondo. La grande difficoltร del nostro inizio, un mondo di sacrifici, soprattutto unโimmersione totale nel lavoroโฆ โฆricordo tutto con emozione e commozione, un periodo comunque irripetibile della nostra giovinezza, reso sopportabile dal legame di affetto, di stima e di costruttiva dialettica che ci univa come sorelle e come figlie.
Nel corso degli anni avete vestito con i modelli piรน belli varie e famose persone sia del mondo del cinema sia del mondo politico: da Linda Christian a Audrey Hepburn, da Gioia Marconi a Margaret Truman, da Mirna Loy a Barbara Stanwich, da Michelle Morgan ad Ava Gardner. Quali sono i capi da voi realizzati che considerate essere i piรน belli?
Abbiamo veramente avuto il privilegio di vestire le donne piรน belle e famose del mondo dello Spettacolo e della Politica, con alcune delle quali siamo diventate anche molto amiche. Creare per loro รจ stato facile. Abbiamo sempre cercato di vestire non solo il corpo, ma di interpretare anche la personalitร , lโanimo. Le rammento tutte e ognuna di loro ci ha dato grandi emozioni che si rinnovano quando vedo ancora le loro immagini con i nostri abiti.
Nel corso del tempo, รจ cambiata lโItalia, le tradizioni, le mode; con esse probabilmente le richieste di vestiti. Come sono cambiate le richieste e il tipo di clientela dagli inizi della vostra carriera ad oggi?
Sono molti anni che abbiamo ceduto la nostra griffe e quindi la mia dedizione e il mio impegno sono rivolti esclusivamente alla Fondazione ed ai suoi scopi culturali, didattici e sociali. Un grande patrimonio fatto di abiti, figurini, ricami e altro, frutto del lavoro di noi tre sorelle รจ ora messo a disposizione delle nuove generazioni. La Fondazione รจ divenuta Istituto Culturale della Regione Lazio e dichiarata โArchivio Storico di grande interesseโ dal Ministero dei Beni Culturali. Quindi non sono piรน coinvolta nelle creazioni di nuovi abiti, ma chiaramente sono sensibile e osservo i vari cambiamenti e non sempre condivido ciรฒ che vedo.
Lei con le sue sorelle avete ideato modelli di abiti per occasioni varie, linee e taglie differenti, gusti e capricci di diversi personaggi. Da dove traevate la vostra ispirazione?
La natura stessa del creatore di moda porta ad utilizzare laย fantasia, sensibilitร ed abilitร per inventare un proprio stile e renderlo riconoscibile ed affermato. Cosรฌ รจ stato anche per me, Zoe e Giovanna, attingendo idee dalla grande tradizione artigianale italiana e dallโimmenso patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Sempre restando entro i canoni dello stile โSorelle Fontanaโ, di eleganza, equilibrio e rigore sartoriale, fonti di ispirazione erano proprio le nostre clienti, la loro personalitร il loro modo di essere e, chiaramente, lโevento per il quale lโabito veniva realizzato. Creare per Ava Gardner era quindi diverso dal creare per Linda Christian, per Jacqueline Kennedy o per altre splendide donne.
I giovani talentuosi nel campo della moda vi prendono come esempio, e seguono i vostri passi per poter provare ad arrivare ai vostri livelli di bravura. Esiste una scuola delle Sorelle Fontana che dร corsi di design anche ai piรน giovani?
La mia Fondazione, nata nel 1994 come realizzazione di un grande desiderio e un doveroso omaggio alla storia della mia famiglia, a Zoe e Giovanna, ha tra le sue attivitร anche quella didattica con lโistituzione di Seminari di Moda e Corsi di formazione. Con questa iniziativa la Fondazione intende avviare un percorso formativo mettendo a disposizione degli allievi tutto il materiale custodito nel nostro Archivio per un vero e proprio โlaboratorio progettualeโ, aiutati nellโapprendimento da Docenti di elevata esperienza e professionalitร .
Il verde smeraldo รจ il colore della speranza, e il colore delle Sorelle Fontana. Come lei ha scritto nellโ โAlbum di Famigliaโ, pubblicato nel libro della Fondazione, lei ha parlato del suo viaggio e di quello di sua sorella Giovanna, e di quanto eravate piene di speranze, sogni e progetti. Quale messaggio dareste ai giovani per indurli a credere nei propri sogni e a non arrendersi davanti alle difficoltร che si presenteranno per realizzarli?
Durante i Corsi e i Seminari di cui ho parlato precedentemente,ย incontro molti giovani aspiranti stilisti e sovente mi chiedono consigli in tal senso. La mia risposta รจ: lavorare, lavorare, lavorareโฆ credere fermamente in ciรฒ che si fa, avere passione, spirito di sacrificio e di avventura, rispetto per se stessi e per gli altri e non essere impazienti.
A cura del Liceo scientifico Antonio Pacinotti di Cagliari.